Test site
Anfiteatro romano di Venosa | BASILICATA
Le origini, la storia e il contesto
Il sito di studio, scelto come sito sperimentale del progetto IDEHA in Basilicata, è ubicato in corrispondenza di un pianoro terrazzato su cui sorge la città di Venosa (nella parte nordorientale della regione), antica Venusia, colonia latina fondata nel 291 a.C., divenuta municipium nel 89 a.C. e colonia triumvirale nel 43 a.C.. Nel settore più orientale della città si erge l’anfiteatro romano, costruito in zona periferica rispetto all’abitato. La prima fase di costruzione, in opera quadrata, è databile alla prima metà del I sec. d.C., la seconda, in opera mista, risulta un rifacimento di II sec. d.C..
L’anfiteatro viene realizzato in un settore densamente urbanizzato, annullando un quartiere abitativo preesistente.
L’edificio presenta una forma ellittica per un’ampiezza complessiva di 98x77m. La porzione centrale è distribuita su tre livelli, che rappresentano rispettivamente l’ima, media e summa cavea, dotati di corridoi anulari con muri di rinforzo e di cunei radiali con quattro ambienti, due per ogni lato, posti simmetricamente rispetto al corridoio sud-est dell’asse centrale. Al di sotto dell’arena sono stati rinvenuti diversi ambienti, vani che probabilmente fungevano da deposito di attrezzi e come ricovero per gli animali.
La consistente mancanza delle strutture murarie è probabilmente dovuta alle spoliazioni avvenute nei secoli per la costruzione della chiesa “dell’Incompiuta” (XII secolo), progettata e iniziata per volontà dei Normanni e mai terminata.
Le prime attività di scavo eseguite nella zona dell’edificio, di cui rimangono testimonianze scritte, risalgono all’età borbonica ed ebbero come scopo la messa in luce dell’edificio di cui sono riportate sommarie descrizioni delle strutture e dei reperti in esso ritrovati. Una seconda campagna di scavo risale al 1935 condotta da G. Pesce, il quale riporta una pianta ed una sezione abbastanza dettagliate dell’edificio. Altre attività di scavo risalgono agli anni ’80 ed ebbero come scopo principale quello di mettere in luce le strutture sottostanti l’edificio, obliterate per la costruzione dell’anfiteatro stesso.
La sperimentazione di IDEHA
Con la sperimentazione sul campo, IDEHA intende perseguire i seguenti obiettivi:
- Ricostruire i settori mancanti dell’anfiteatro attraverso analisi delle fonti storiche, delle testimonianze materiali reimpiegate nella città antica, delle immagini da satellite multispettrali e delle foto aeree storiche;
- Ricostruire i contesti ambientali precedenti e coevi al periodo di vita dell’anfiteatro;
- Definire gli impianti abitativi precedenti la costruzione dell’anfiteatro;
- Aumentare l’attrattività dell’area archeologica di Venusia, valorizzando anche il settore occupato dall’anfiteatro, mediante la ricostruzione virtuale 3D dell’intera struttura dell’anfiteatro romano e l’animazione di scene di vita quotidiane.
- Verificare le condizioni di stabilità delle strutture in relazione alla condizioni geologiche e geomorfologiche del sito.
Al fine di raggiungere questi obiettivi saranno applicate le seguenti tecnologie:
- Prospezioni geofisiche (magnetometria, georadar, tomografia geoelettrica 3D, Tromino);
- Telerilevamento e fotorestituzione (immagini da satellite multitemporali d’archivio – foto aeree);
- Volo con drone, misure GPS a terra e costruzione modello digitale 3D;
- Riprese con laser scanner dell’area dell’Anfiteatro;
- Realizzazione di riprese con fotocamera e videocamera a 360°;
- Definizione del modello geologico del sottosuolo del sito ;
- Analisi delle fonti bibliografiche e d’archivio edite e inedite;
- Supporto alla ricostruzione 3D dell’anfiteatro;
- Applicazione di sensori sperimentali con emissioni acustiche per il monitoraggio statico della struttura dell’Incompiuta (con Unimore).
Gli stakeholder di IDEHA
I principali stakeholder del progetto, coinvolti direttamente nelle fasi di programmazione delle attività, e primi beneficiari dei risultati finali sono il Museo Archeologico Nazionale di Venosa “Mario Torelli” (Direzione Regionale dei Musei della Basilicata), che rappresenta l’Ente che gestisce la conservazione, la valorizzazione e il sistema di fruizione generale del sito; la SABAP Basilicata, Ente che gestisce la tutela del patrimonio culturale e coopera con gli altri Enti per la sua valorizzazione e il Comune di Venosa (PZ), Ente che gestisce la fruizione turistica del sito.
Il team di ricerca
Gruppo CNR:
Annamaria Briuolo, Stefano Del Lungo, Dario Gioia, Maurizio Lazzari (responsabile per il sito sperimentale), Agata Maggio e Maria Sileo (sede ISPC di Potenza).
Lara De Giorgi, Immacolata Ditaranto, Ivan Ferrari, Francesco Giuri, Giovanni Leucci, Pasquale Merola, Giuseppe Scardozzi (sede ISPC di Lecce).
Bruno Fanini, Giulio Lucarini, Augusto Palombini (sede ISPC di Roma)
Con il gruppo CNR collaborano: Ilaria Miccoli (assegnista di ricerca, ISPC Lecce); Antonio Minervino (borsista di ricerca, ISPC Potenza); Valentina Leopizzi (tirocinante, specializzanda in Beni Archeologici, Potenza/Lecce)
Gruppo Engineering SpA: Luca Bevilacqua, Vladimiro Scotto Di Carlo, Nicola Mariniello.