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Real Sito di Carditello | CAMPANIA
Le origini, la storia e il contesto
Il Real Sito di Carditello, detto anche Reale tenuta di Carditello o Reggia di Carditello, venne creato nel 1744 per volere di Carlo di Borbone, che vi aveva impiantato un allevamento di cavalli.
Ricevette nuovo sviluppo con Ferdinando IV, che, nel quadro dei suoi progetti sociali ed economici di stampo illuminista vi introdusse una fattoria per la coltivazione del grano, la fabbricazione dei formaggi e l’allevamento di razze pregiate di cavalli e bovini con stalle, scuderie e abitazioni per i contadini.
Per la progettazione del grande complesso nel 1787 venne incaricato un collaboratore di Luigi Vanvitelli, l’architetto Francesco Collecini, che realizzò questa importante opera di architettura neoclassica, costituita da una residenza reale e da ambienti destinati ad azienda agricola.
La soluzione adottata per la reggia fu quella di un organismo simmetrico a doppio T con al centro il casino reale coronato da una balaustra e da un belvedere, da cui partono i lunghi corpi bassi delle ali riservate all’azienda. Questi sono organizzati con otto edifici a torre e dodici capannoni con una superficie edificata di circa tredicimila metri quadri.
L’area antistante il complesso è formata da una pista in terra destinata a cavalli con una forma che richiama quella dei circhi romani, abbellita con fontane, obelischi e un tempietto circolare dalle forme classicheggianti.
All’interno della palazzina si dipartono a destra e a sinistra due scale che portano al piano nobile, nel quale ritroviamo importanti decorazioni che si richiamano all’arte venatoria di cui i Borbone erano appassionati.
Dall’abbandono al recupero
Dopo anni di abbandono e di degrado la costituzione della Fondazione Real Sito di Carditello ha rappresentato l’avvio di un recupero di questo straordinario monumento che è stato collocato nel Distretto Culturale dei Siti Reali e delle Residenze Borboniche di Napoli, che ha in programma azioni di protezione, tutela e valorizzazione.
In questo quadro di forti prospettive per un rinnovamento integrato dell’area delle residenze borboniche, si colloca il progetto IDEHA, che ha scelto il sito come caso dimostratore.
Verranno sviluppate attività di ricerca e di programmazione operativa mediante l’impiego di metodologie e tecnologie innovative per la documentazione, conservazione, manutenzione programmata e valorizzazione del sito.
Come Sito culturale, la Reggia di Carditello presenta quindi questioni di conservazione e gestione sostenibile che non sono assolutamente trascurabili. Il modello HBIM appare come il supporto più promettente per gestire le informazioni che via via si accumulano nel corso del tempo e connettere interattivamente tutti i dati ad un gemello digitale dell’edificio, rappresentativo delle sue caratteristiche spaziali, costruttive, materiche e dello stato di conservazione.
Molti di questi dati ed informazioni non sono direttamente compatibili con lo standard BIM e per questo il progetto sta sviluppando tool specifici dedicati alle necessità dei gestori. Sarà così possibile interrogare la piattaforma su singoli ambienti o per tipologia di elementi, visualizzare e monitorare la l’edificio e il sistema dei sensori installati
Il team di ricerca
OR2
Gruppo CNR: Elena Gigliarelli, Filippo Calcerano, Luciano Cessari, Letizia Martinelli, Michele Calvano, Stefano Cursi, Giuseppe Cacciaguerra, Samuele Barone, Gemma Colesanti, Crescenzo Violante, Vincenzo Di Fiore (ISPC), Rosa Ponterio (IPCF), Roberto Scopigno, Marco Callieri, Paolo Cignoni, (ISTI)
Gruppo Innovaway: Francesco Adinolfi, Dario Chianetta, Matteo Marchese, Davide Varriale
Collaborazioni esterne: Antonio Spagnuolo (EnerGreen), Serafina Cariglino, Leonardo Cinardi, Chiara Nugara (Master HBIM)
Altri OR
Gruppo CNR: Antonio Bertini, Paola Avallone, Immacolata Caruso, Tiziana Vitolo (ISMED)
Engineering S.p.A.: Nicola Mariniello, Luca bevilacqua, Dario Avallone